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News » Incidenti stradali: cosa succede in Europa?

Data di pubblicazione: 22-08-2017

Il problema dell’incidentalità stradale è un tema di rilievo sociale particolarmente sentito nella Comunità Europea. I dati statistici rivelano che esso rappresenta una delle principali cause di morte tra la popolazione. Basti infatti pensare che, solo nell’anno 2009, circa 35 mila persone, l’equivalente di una città di medie dimensioni, hanno perso la vita nelle strade europee. Tuttavia, la sicurezza stradale si rivela essere una tematica sociale dal risvolto economico rilevante, poiché 130 sono i miliardi di euro che ogni anno l’Unione Europea deve stanziare per fare fronte a tutte le conseguenze dirette e indirette collegate ai sinistri stradali.

La Commissione Europea ha adottato nel 2010 il “Road Safety Programme 2011-2020”, un programma ambizioso avente lo scopo di dimezzare il numero di sinistri mortali dal periodo 2011 al 2020. Al fine di raggiungere l’obiettivo, la Commissione è ricorsa ad una serie di importanti iniziative da applicare sia a livello nazionale che a livello europeo. Sette sono gli obiettivi strategici attraverso cui l’Europa tenta di sviluppare il suo piano, focalizzandosi principalmente sul miglioramento delle misure di sicurezza per i veicoli, sulla costruzione di infrastrutture stradali più sicure, sulla promozione della tecnologia più intelligente, sul rafforzamento dell’istruzione e la formazione per gli automobilisti al momento del conseguimento della patente di guida e sullo sviluppo di una strategia di azione riguardante i motociclisti, i quali sono in genere soggetti a lesioni stradali più gravi.

Ø Ad oggi, luglio 2017, il programma si sta rivelando efficace? Il tasso di mortalità su strada sta davvero diminuendo?

È importante sapere che, già nell’anno 2001, la Commissione Europea aveva intrapreso il programma "European transport policy for 2010: time to decide" avente l’ambizioso obiettivo di ridurre drasticamente i decessi stradali tra i Paesi europei.

 

 

Sebbene l’obiettivo di dimezzare i sinistri stradali non sia stato pienamente raggiunto, da come si può evincere dal grafico sovrastante sono stati compiuti notevoli progressi. Infatti, il numero di incidenti in Europa è passato da quota circa 54.900 nel 2001 a quota 31.500 nel 2010. Nonostante il fatto che l’Unione Europea abbia assistito ad una drastica riduzione delle morti su strada, la quota stimata nel 2010 era ancora molto alta, e questo inaccettabile dato ha portato l’UE verso l’ultimo progetto. Stando, infatti, al Road Safety Programme, l’obiettivo per il 2016 era quello di raggiungere quota 24.000, ma il numero di sinistri gravi ha toccato quota 25.500. Un dato incoraggiante se si pensa al periodo di stasi, in cui la quota di decessi su strada era ferma a 26 mila, avvenuto dal 2013 al 2015, ma allo stesso tempo scoraggiante perché vi è stata una riduzione dei sinistri solo del 2%.

Più in particolare, le strade europee hanno subito una diminuzione del 19% totale di incidenti stradali, ma questo dato è ancora insufficiente per poter ottemperare agli obiettivi del progetto.

Dal grafico sottostante si evince che le strade europee più sicure si trovano in Svezia, Gran Bretagna, nei Paesi Bassi, Spagna, Danimarca, Germania e Irlanda. Per contro, le strade più pericolose sono quelle bulgare, rumene, lettoni e polacche. Il nostro Paese invece, perfettamente in linea con la media europea, dal 2010 al 2016, ha visto gli incidenti stradali diminuire del 21%, con una riduzione del 5% solo tra il 2015 e il 2016.

 

Uno studio recente condotto per la Commissione Europea ha cercato di identificare le caratteristiche che le diverse tipologie di incidenti stradali più gravi avrebbero in comune. Ciò che è emerso, e che serve a promuovere la prevenzione su strada, è che i sinistri stradali più gravi avvengono in strade rurali per il 55% dei casi. È emerso inoltre che le aree urbane sono soggette al 37% di incidenti mortali e che “solo” l’8% dei sinistri stradali avviene nelle autostrade. È anche importante sapere che gli infortuni più gravi capitano sulle autovetture, ma se al conto degli incidenti si unissero i numeri di quelli avvenuti tra i pedoni, i ciclisti e i motociclisti, si raggiungerebbe lo stesso ammontare dei sinistri tra automobilisti. Questo è vero soprattutto in Italia, che registra le percentuali di tassi di mortalità di ciclisti e motociclisti decisamente superiore alla media europea. Infatti, uno degli obiettivi principali dell’Italia è proprio quello di rendere più sicure le strade per i motociclisti e di migliorare e sviluppare le strade ciclabili nel Paese.

L’Europa, nonostante sia il continente più sicuro nella circolazione stradale, ha ancora tanta strada da percorrere per raggiungere l’ambizioso obiettivo di dimezzare il numero delle vittime per l’anno 2020. Di certo si dovrà sensibilizzare maggiormente i cittadini europei sul tema e si dovrà migliorare e innovare le strade e le vetture per renderle più sicure e dovrà essere favorita l’applicazione di norme più severe a livello nazionale e sovranazionale.